Quando si acquista un’abitazione, o la si riceve in dono o in eredità, specialmente se risale agli anni ‘50 – ‘60 è indispensabile verificare lo stato di salute. Per rendere un’abitazione sicura occorre eseguire una serie di lavori, intervenendo sulla struttura portante, sugli impianti, infissi e pavimentazione.
In Italia, nel periodo intercorrente tra gli anni ‘50 e ‘60, in tutte le città si è verificato il cosiddetto boom edilizio, conseguenza naturale del boom economico.
In quell’epoca, grazie ad un benessere generalizzato, molti decidevano di acquistare degli immobili e i costruttori si impegnavano in cantieri faraonici. In questo periodo nascono le zone residenziali e i grattacieli a più piani. Stante l’edilizia di massa vi era l’esigenza di utilizzare dei materiali più funzionali e pratici, in quanto la pietra e il legno erano ormai in disuso.
Viene dunque introdotto il cemento armato e l’amianto. L’amianto, in particolare, era un materiale molto apprezzato per le sue qualità isolanti, andando a sigillare la parte esterna degli edifici proteggendola dall’umidità e dalle intemperie.
Tutte, o la stragrande maggioranza delle case costruite in quegli anni presentano elementi in Eternit, (composto derivato dall’unione di amianto e cemento) per questo motivo, se si vuole procedere ad una ristrutturazione, occorre preliminarmente procedere alla rimozione e alla bonifica anche in ossequio alle normative in vigore.
I danni da amianto
In passato non si conoscevano assolutamente i rischi del contatto diretto con l’amianto.
Gli operai e gli addetti all’edilizia maneggiavano questa materia prima senza alcuna accortezza e protezione, respirando direttamente e sottoponendo la pelle a contatto.
L’amianto è soggetto a sgretolamento e le particelle infinitesimali, volando nell’aria, si infiltrano nell’apparato respiratorio potendo essere la causa di gravi tumori.
Solo negli anni Settanta, a seguito dei primi casi accertati di cancro da amianto è emersa tutta la pericolosità di questa materia prima, portando di conseguenza all’urgenza della sua generale rimozione.
La politica internazionale e italiana si sono mobilitati approntando delle disposizioni normative volte all’abrogazione della produzione di Eternit, al divieto di utilizzo e, di conseguenza, alla rimozione totale del materiale e alla bonifica di tutti gli edifici interessati.
L’obbligo è esteso a tutti i cittadini, con multe salatissime per coloro che non intendono adeguarsi.
Sostanzialmente, la rimozione dell’amianto è volta non solo alla tutela della salute degli occupanti dell’edificio interessato, ma della salute pubblica.
Cosa fare in caso di amianto
L’Eternit è facilmente riconoscibile anche da parte di chi ha poca dimestichezza con l’edilizia. Si tratta di lastroni rettangolari, dalla forma di tegole, che hanno un colore grigiastro.
Molte volte si mimetizzano all’interno della copertura, ma con un po’ di attenzione sono individuabili.
Molto spesso ci sono tubature, serbatoi e rivestimenti isolanti in amianto, che sono più difficile da individuare. Per questo è sempre bene rivolgersi ad aziende specializzate che si occupano della bonifica di amianto sia compatto che fragile, come la MBA Milano.
Per rimuovere l’amianto occorre utilizzare una particolare strumentazione, con accessori protettivi, in modo da non entrare mai in contatto diretto con il materiale.
Inoltre, a seguito dell’eliminazione, la zona deve essere bonificata con l’utilizzo di sostanze chimiche reagenti.
Poi, occorre sostituire con materiali sicuri ed ecocompatibili, in modo da rivestire nuovamente la copertura. Infine, come atto finale, bisogna condurre l’amianto rimosso presso le aree ecologiche che provvedono al corretto smaltimento come rifiuti speciali onde non inquinare.