Realizzare un cappotto termico per la propria casa è spesso necessario. A tale scopo è possibile avvalersi di prodotti quali EPS o XPS, ma quali sono le diverse proprietà che li contraddistinguono? Quali sono gli utilizzi più opportuni per questi materiali?
EPS vs XPS: somiglianze e differenze
Specifichiamo innanzitutto per i meno addentrati nel settore che quando si parla di EPS ed XPS si fa sostanzialmente riferimento al polistirene espanso, ma l’ultima sigla indica che il materiale in questione è stato anche estruso.
Non è difficile intuire quindi che entrambi gli articoli provengano dalla lavorazione della medesima sostanza, lo stirene, un prodotto naturale a sua volta ricavato da alcune varietà di semi (dalle fragole ai fagioli, dal luppolo alle noci passando per il caffè). Proprio questa origine bio del materiale è valso, tanto all’EPS quanto all’XPS una certificazione CEE relativa alla sicurezza (attestato rilasciato dal Dangerous Substances Directive).
Esaurito l’argomento somiglianze, passiamo adesso alle differenze. Se l’EPS viene normalmente prodotto nel formato di blocchi la cui altezza può anche raggiungere i quattro metri e la cui densità al metro cubo si aggira sui venticinque chili, l’XPS può dirsi sicuramente più compatto (i blocchi non superano il metro e mezzo di altezza), più corposo (la densità stavolta sfiora i trentacinque chili per metro cubo) e levigato.
EPS e XPS: come funzionano?
Tanto l’uno quanto l’altro materiale funzionano essenzialmente in relazione al loro grado di permeabilità all’aria, al vapore ed all’acqua. In genere EPS ed XPS hanno in tal senso una resa abbastanza alta, ma comunque inferiore rispetto ad una vasta gamma di isolanti fibrosi presenti sul mercato.
Discreta è anche la conducibilità termica e la resistenza alla diffusione del vapore acqueo. Questi materiali, capaci di sopportare senza grossi problemi l’azione di agenti corrosivi e dotati di buone proprietà meccaniche poi vengono spesso utilizzati nell’ambito dell’edilizia, soprattutto per produrre cappotti termici.
L’XPS in tal senso è appena più performante dell’EPS dato che, in quanto estruso, si compone di celle chiuse che gli conferiscono la capacità di non assorbire acqua nonché il potere di resistere anche a forti compressioni. Si tratta insomma di un prodotto a struttura omogenea stabile che, come tale, può offrire migliori prestazioni rispetto al suo diretto concorrente.
Il polistirene espanso estruso insomma è un ottimo isolante particolarmente adatto agli ambienti umidi. Esso, soprattutto se combinato ad altri materiali quali il legno, il metallo oppure ancora la plastica, può mantenere sempre in salute pavimenti, mura e soffitti agendo con indiscutibile efficacia.